Per l’anniversario della nascita di Hanemahn (10 aprile 1755), vi segnaliamo i video pubblicati, in occasione dei 200 anni dell’Omeopatia, sul canale youtube della FIAMO
ttps://www.youtube.com/channel/UCdREfemxQvGD57XVYFnlXcQ
Pubblichiamo inoltre un breve ricordo del dott. Mario Garlasco, a cui è dedicata la nostra Scuola, della dott.ssa Annalisa Motelli, socio fondatore della Associazione Lycopodium.
LA FIGURA DI MARIO GARLASCO E IL GRUPPO LYCOPODIUM
(L’omeopatia a Milano negli anni 70/80)
Incontrai Mario Garlasco nel 1977 quando insieme al dottor Carlo Cenerelli tenne lezioni di introduzione all’omeopatia a un gruppo di giovani medici, nei locali della IMO messi a disposizione dal conte Dal Verme. Erano anni di grande fermento culturale e politico e venivano messi in discussione alcuni “pilastri della medicina” come la separazione fra mente e corpo e anche il modo di concepire il malato, non come un essere umano malato ma come un’entità nosologica.
La delusione inoltre di molti giovani medici nel vedere che non si arrivava veramente alla guarigione del paziente, ma solo ad una palliazione dei sintomi, spinse alla ricerca di nuove strade fino ad allora poco conosciute, se non da una cerchia molto ristretta di medici e pazienti, così che furono riscoperte medicine come l’omeopatia e l’agopuntura.
Mario Garlasco appartiene a quella categoria di medici animata da grande fervore, dedizione e tenacia nell’inseguire l’obiettivo di curare i propri pazienti.
Garlasco era di origini piemontesi, laureato a Torino nel 1947 fu capo allievo interno all’ospedale delle Molinette, poi medico in diverse condotte per cinque anni, quindi si recò per due anni a lavorare in un ospedale a New York. Infine dopo dieci anni approdò ad un corso sul digiuno del dott. Mayr di Vienna e lì iniziò a capire che “il corpo è un’unità psicofisica”.
Dice “… notai che tramite la depurazione del digiuno si influiva su tutto l’organismo fisico e psichico …” e questo gli aprì le porte all’omeopatia. Studiò e si appassionò totalmente all’omeopatia, seguendo anche i gruppi di studio di P. Schmidt a Ginevra e tradusse la sesta edizione dell‘Organon dal francese.
Dalla sua introduzione all’Organon “… dico subito che la mia interpretazione dell’omeopatia non è solo medica e non riguarda solo i medici. Infatti chi pratica e studia il pensiero omeopatico, ha i mezzi per sviluppare una nuova forma mentis da opporre, nella sua complementarietà, a quella tradizionale. Noi siamo in effetti portati istintivamente a ragionare ed operare secondo la legge dei contrari. Siamo portati a considerare come un nemico da combattere qualsiasi cosa ci dia fastidio. L’azione “anti” è dunque un riflesso istintivo diretto e immediato, ecco perché, seguendo questa logica, le malattie diventano le nostre nemiche. Contro di esse viene organizzata la produzione e l’impiego di farmaci ad azione “anti”…
Proponeva quindi di chiamare la malattia benattia, proprio perché tramite i sintomi della malattia, possiamo arrivare a curare veramente il malato. Ci teneva a distinguere la tecnica medica, ovvero la medicina ufficiale che rivolge tutta la sua attenzione alle malattie e non al malato, e la medicina che cerca di interpretare e risolvere la causa in profondità. “medicina e tecnica medica, sia pure con significato diverso fanno però parte entrambe dello stesso edificio e possono procedere insieme, purché il significato dell’una e dell’altra sia ben chiaro e al tempo stesso sia chiaro al medico o al tecnico medico le possibilità e i limiti di entrambe “.
Garlasco fondò la casa editrice Edium, com cui pubblicò, oltre all’Organon, anche le Malattie Croniche di Hahnemann e le Lezioni di Kent.
Come dicevo all’inizio dagli incontri introduttivi all’IMO nel 1977 nacque poi un gruppo di studio di cui facevano parte fra gli altri: Elio Rossi, Marco Venanzi, Pia Barilli, Valerio Grandi, Sergio Segantini, Simona Mezzera, Carlo Rezzani , Maurizio Monti ed io, sempre sotto la guida di Carlo Cenerelli che ci introdusse alla conoscenza di Jacques Imberecht che stava allora formando Homeopatia Europea. Il nostro gruppo prese il nome Lycopodium. Non esistendo scuole organizzate e strutturate, oltre che nei gruppi di Homeopatia Europea, continuammo i nostri studi in giro per il mondo, con i maestri più importanti. Scuole organizzate esistevano infatti in altri paesi come in Messico con Ortega, in Argentina con Paschero e Candegabe, e poi anche andando presso medici come Chand in India, Pladys in Belgio. Partecipammo inoltre ai corsi di Vitoulkas in Grecia e fummo particolarmente in contatto con la sua allieva Irene Bacas. Fu davvero una grande ricchezza aver frequentato così tanti maestri pur nella difficoltà di non aver una scuola strutturata ed avere dei maestri così lontani.
Iniziammo nel 1978 a lavorare a Milano fondando l’AMO (Ambulatorio di Medicina Omeopatica) dove all’inizio lavoravamo in coppia di medici per confrontarci meglio sull’interpretazione dei casi. Verso la fine degli anni ottanta fu molto importante l’incontro con Joseph Reves di Haifa che ci diede nuovi profondi strumenti di interpretazione dei sintomi e di studio dell’Organon e delle Malattie Croniche. Fu Reves che ci spinse nel 1989 a fondare a Milano la scuola di omeopatia che intitolammo a Mario Garlasco che era morto nel 1983.
Mario Garlasco il medico onesto, sincero, intelligente che ci aveva introdotto, insieme a Carlo Cenerelli ad un nuovo modo di vedere il malato e il mondo.