LAPIDARIA L’OPINIONE DELL’ACCADEMIA DI MEDICINA FRANCESE
E’ lapidaria l’opinione dell’Accademia di medicina francese, che chiede alla Mutua la revoca del rimborso di questi prodotti. Un rimborso già ridotto dal 1 gennaio 2004 – ai pazienti viene oggi risarcito il 35% della spesa per rimedi omeopatici, anziché il 65% come prima – e che comunque non incide in modo sensibile sul budget del Servizio Sanitario transalpino: nel 2003 l’omeopatia è costata 150 milioni d’euro, pari a poco meno dell’1% del totale dei rimborsi di medicine. Ma è un altro l’aspetto che preme agli accademici: questi rimedi “non rispondono in niente alla definizione di medicinale né nella natura – accusano – né nella destinazione”. Il codice della sanità stabilisce che un medicinale deve provare un’interesse terapeutico con una serie di prove farmacologiche e cliniche. “Ora, tutti i medicinali in vendita in Francia si attengono a questa pesante procedura”, tranne “i produttori di sedicenti medicinali omeopatici”, che “se ne astengono decisamente”. Motivo per cui, secondo loro, “il rimborso di questi prodotti da parte della Securité sociale appare aberrante”. “E’ falso dire che non facciamo ricerche sui nostri medicinali – tuonano i Laboratoires Boiron, primo fabbricante al mondo dei prodotti sotto accusa – e ancora più falso dire che non sono medicinali”. Già in occasione del calo del tasso di rimborso, la società aveva avvertito dei rischi: pericolo che i malati si convertissero a principi attivi meglio rimborsati e quindi più costosi per lo stato, e pericolo di disoccupazione per 2.800 persone, di cui 2.200 in Francia. Certo è che l’omeopatia – secondo cui la guarigione si può ottenere somministrando piccole dosi di sostanze dagli effetti simili ai sintomi – ha conquistato il 40% dei francesi, in particolare alcune categorie, come le donne incinte, che possono farne uso senza rischi per il nascituro.