Libri e Editoriali
Le pubblicazioni dei nostri soci
I soci Lycopodium sono costantemente impegnati nella redazione di testi e articoli pubblicati, oltre che a cura dell'Associazione stessa, da diverse case editrici e riviste specializzate.
Pillole di Omeopatia
E' USCITO IL NUOVO NUMERO DEL QUADRIMESTRALE DELLA ASSOCIAZIONE PERCORSI, TUTTO DEDICATO ALLA OMEOPATIA, CON DIVERSI ARTICOLI A CURA DEI NOSTRI SOCI.
VI AUGURIAMO UNA BUONA LETTURA!!! SCARICA LA RIVISTA in formato PDF
Syphilis Materia Medica Dinamica
Syphilis Materia Medica Dinamica
Uno studio del Miasma Sifilitico attraverso i Rimedi. Edizione Italiana a cura di Valerio Selva. Pubblicato da Associazione Lycopodium, maggio 2017.
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L'edizione inglese "Dynamic Materia Medica - Syphilis" ha riscosso molto successo ed è diventato un classico nella letteratura omeopatica.
"Materia Medica Dinamica - Syphilis" è una rete composta da undici rimedi sifilitici, vecchi e nuovi, ognuno dei quali viene osservato e quindi presentato con una prospettiva particolare: l'essenza, la tossicologia, le affinità, la poesia, il proving, la mitologia, la storia, l'analisi e la sintesi; tutto questo viene supportato da vari riferimenti alla filosofia omeopatica.
La sintesi di tutti questi fili culmina in una sorprendente e profonda intuizione della natura del miasma sifilitico.
L'autore
Jeremy Sherr pratica ed insegna omeopatia a livello internazionale da più di 35 anni. Ha diversi ambulatori a Londra, New York e Tel Aviv ed è il direttore della Dynamis School for Advanced Homeopathic Studies che è una delle scuole di secondo livello più longeve del mondo. Jeremy ha insegnato omeopatia per tutta l'America e l'Europa, così come in Canada, Cina, India, Israele, Messico, Giappone, Russia, Sudafrica, Nuova Zelanda e Australia.
Ha effettuato 34 proving ed è l'autore di Le Dinamiche e La Metodologia della Sperimentazione Omeopatica, Dynamic provings volume I e II, Repertory of Mental Qualities, The Noble Gases - Helium, oltre che di questo libro. Ha pubblicato diversi articoli sull'omeopatia ed ha condotto diversi programmi di ricerca.
Il traduttore
Medico Chirurgo, omeopata, diplomato alla Scuola di Omeopatia Classica Unicista della Associazione Lycopodium. Segue un ulteriore triennio di formazione internazionale presso la "Dynamic School for Advanced Studies in Homeopathy" con J. Sherr e con lui partecipa al progetto Homeopaty for Healt in Africa. Continua la propria formazione partecipando a seminari nazionali ed internazionali, con omeopati quali R. Sankaran, R. Petrucci, M. Norland.
leggi l'introduzione alla edizione : italiana
per acquistare il libro inviateci una email all'indirizzo: lycopodiuminfo@gmail.com
Le medicine complementari per il paziente oncologico
Sviluppo e opportunità dell’oncologia integrata. Un libro a cura di Sonia Baccetti, Mariella Di Stefano, Elio Rossi sul contributo delle medicine complementari in oncologia. Felici Edizioni, 2015
Sempre maggiore il numero dei malati di tumore che si rivolge, durante la malattia, alle medicine complementari. Le medicine complementari possono dare un contributo importante in questa direzione, nella prospettiva di un orientamento multidisciplinare ai processi di cura.
Come testimoniano numerosi studi e statistiche, è sempre maggiore il numero dei malati di tumore che si rivolge, durante la malattia, alle medicine complementari. L’approccio più moderno nella cura dei pazienti con cancro è quello dell’oncologia integrata, che include terapie complementari basate su prove di efficacia scientifiche da associare ai trattamenti convenzionali, per favorire il benessere e la salute di pazienti/persone molto fragili.
Quest’approccio è praticato in grandi ospedali internazionali e si va diffondendo anche in Europa, dove aumenta gradualmente l’offerta di terapie integrate, non solo in ambito privato ma anche all’interno dei servizi sanitari pubblici.
E l’integrazione fra le terapie è la scelta più giusta, scrivono gli autori del volume “Le medicine complementari per il paziente oncologico. Sviluppo e opportunità dell’oncologia integrata”, appena pubblicato da Felici Edizioni, per evitare che i pazienti facciano ricorso ai trattamenti non “convenzionali” sotto forma di auto-medicazione e senza tenere conto delle verifiche scientifiche e dei requisiti di qualità e di sicurezza.
Il libro raccoglie in circa 400 pagine, i principali studi pubblicati nella letteratura internazionale su agopuntura e medicina tradizionale cinese, fitoterapia, omeopatia, omotossicologia e medicina antroposofica a sostegno del malato di tumore. Frutto del lavoro congiunto di un gruppo di medici e ricercatori di medicina complementare e di medicina ufficiale, intende fare chiarezza tra le diverse opzioni di cura, al fine di selezionare le migliori terapie per ciascun paziente e di attuare una vera “comprehensive cancer care”.
Oltre ai curatori, Sonia Baccetti, Mariella Di Stefano ed Elio Rossi, sono autori del volume Maura Di Vito, Alberto Laffranchi, Chiara Menicalli, Maria Valeria Monechi, Emanuela Portalupi, Tania Re, con il contributo di Gianni Amunni, Massimo Bonucci, Angelo Raffaele De Gaudio, Fabio Firenzuoli, Luigi Gori, Carmelo Guido, Giovanna Masala e Domenico Palli.
La prefazione e l’introduzione sono a cura rispettivamente di Lucio Luzzatto, direttore scientifico dell’Istituto Toscano Tumori, e Paolo Morello Marchese, direttore generale dell’Azienda Sanitaria di Firenze.
I curatori
Sonia Baccetti
Medico chirurgo, specialista in Medicina del lavoro, ha iniziato lo studio della medicina cinese dal 1980 come allieva dei maggiori maestri europei, cinesi e vietnamiti.
Dal 1995 è la direttrice del Centro Fior di Prugna dell’Azienda Sanitaria di Firenze, struttura regionale di riferimento per le medicine complementari della Regione Toscana.
Dal 2007 è responsabile della Rete toscana di medicina integrata, organismo di governo clinico con sede presso l’Assessorato alla Salute della Regione Toscana.
Mariella Di Stefano
Giornalista esperta in terapie naturali e medicina integrata.
Autrice di numerose pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali, dal 2004 dirige MC Toscana, notiziario regionale delle medicine complementari in Toscana, e dal 2002 la rivista L’Erborista.
Elio Rossi
Medico chirurgo, specialista in Malattie Infettive, ha iniziato a studiare l’omeopatia nel 1977.
Membro di Homeopathia Europea dal 1978 e della Faculty of Homeopathy of London dal 1991.
È responsabile dell’Ambulatorio di omeopatia, struttura regionale di riferimento per l’omeopatia della Regione Toscana, dal 1998 e dell’Ambulatorio di medicine complementari e alimentazione in oncologia dell’Azienda USL 2 di Lucca dal 2010.
Direttore scientifico della rivista Medicina Naturale dal 1998.
Australia: negare l’evidenza
Editoriale di Elio Rossi
Medicina Naturale - 23 marzo 2015
L'articolo è stato pubblicato da Medicina Naturale
L’omeopatia non è efficace per trattare alcuna condizione clinica. Questa la drastica affermazione del report “Efficacia dell’omeopatia per patologie cliniche: valutazione delle evidenze” stilato da Optum per il Working committee sull’omeopatia del National Health and Medical Research Council (NHMRC) incaricato dal Governo australiano di svolgere un’indagine sulle prove di efficacia dell’omeopatia, così come è apparsa sui giornali. In realtà il report del NHMRC australiano sostiene che non esiste una sufficiente dimostrazione di efficacia del trattamento omeopatico, cioè gli studi clinici analizzati non fornirebbero prove abbastanza attendibili (reliable). È ben diverso dal comunicare che è stata dimostrata l’inefficacia dell’omeopatia come hanno titolato i giornali che hanno interpretato male tale conclusione.
Queste conclusioni, cosi come la metodologia di lavoro e i criteri di selezione dei lavori scientifici analizzati, sono stati contestati anche da vari esperti nell’ambito di una consultazione durata diversi mesi. Innanzitutto è stato rilevato che il gruppo di lavoro che ha redatto il rapporto ha deciso di focalizzare lo studio prevalentemente su 57 review sistematiche, escludendo molti trial clinici randomizzati e controllati singoli. Questo metodo di lavoro presenta notevoli svantaggi, come hanno riconosciuto gli stessi autori. Primo fra tutti che le review e le metanalisi raggruppano studi con un diverso disegno sperimentale e che generalmente non utilizzano le stesse metodologie omeopatiche.
La critica metodologica mossa al report australiano è che per una stessa patologia sono stati considerati lavori che hanno utilizzato trattamenti omeopatici molto diversi. Alcuni di questi sono risultati efficaci e altri no, e questi ultimi hanno finito per inficiare, anche statisticamente, il risultato positivo dei precedenti. Ma questa conclusione, se fosse applicata alla medicina convenzionale, per esempio per valutare l’efficacia di un antibiotico in un’infezione batterica e producesse un risultato negativo, porterebbe a concludere che il trattamento antibiotico è, in generale, inefficace nelle infezioni batteriche, il che è palesemente falso.
Le associazioni di settore avevano chiesto di prendere in considerazione 196 trial clinici randomizzati e controllati (TRC) già pubblicati in letteratura. Di questi 96 erano positivi per l’omeopatia in un’ampia varietà di condizioni cliniche, 88 non avevano raggiunto conclusioni definitive e solo 8 erano negativi. Può essere che la qualità di alcuni di questi lavori fosse bassa o comunque non sufficiente, ma comunque, come hanno ribadito in questi anni diverse revisioni sistematiche della letteratura, consentono di affermare che l’effetto dell’omeopatia è superiore al placebo.
Più in generale si rileva che i criteri di inclusione delle rassegne erano molto rigidi e ciò ha influito sull’esito della ricerca;
in particolare:
- – sono stati considerati solo i lavori in inglese;
- – sono stati esclusi per definizione tutti i trial con meno di 150 soggetti.
Di conseguenza molti studi con una minore numerosità del campione, anche se positivi, sono stati considerati “inaffidabili”. Sono stati inoltre considerati inaffidabili gli studi di buona qualità ripetuti più volte da uno stesso gruppo di ricerca, ma non replicati da gruppi indipendenti e sono stati esclusi studi singoli di buona qualità ma non ancora ripetuti da altri gruppi di ricerca.
Naturalmente in questo tipo di valutazione non si fa nessun cenno sul fatto che anche la medicina convenzionale ha il problema delle prove di efficacia dei suoi trattamenti. Un’analisi pubblicata da BMJ Clinical Evidence condotta su 3000 medicinali abitualmente utilizzati nel trattamento di molteplici malattie evidenzia che il 50% di questi non ha sufficienti prove di efficacia che ne giustifichino l’impiego sulla base dei criteri della medicina basata sull’evidenza (EBM), mentre l’8% dei farmaci ha un’inefficacia provata, o quasi, e solo l’11% ha un’efficacia senza dubbio comprovata.
In altre occasioni, l’obiettivo sostanziale, più o meno dichiarato delle campagne mediatiche, era quello di eliminare le medicine complementari dalle coperture fornite dal Servizio pubblico, come è accaduto in Svizzera dove il tentativo è stato poi sconfessato da un referendum popolare che ha grande maggioranza ha decretato il ritorno dell’omeopatia tra le terapie erogate dal servizio pubblico. Nel caso australiano si tratta invece di porre fine all’accreditamento dei corsi di omeopatia da parte dell’agenzia governativa Tertiary Education Quality Standards Agency (TEQSA) e bloccare il sostegno statale, dal 10 al 39%, ai Fondi assicurativi sanitari privati che includono la copertura delle spese sanitarie omeopatiche.
Alla fine, sempre di soldi si tratta: quelli che guadagnerà “Big Pharma”; quelli che risparmierà il Governo australiano e quelli che dovranno pagare di tasca propria i cittadini/utenti dell’omeopatia.